L’isola delle Rose è stato un sogno, un sogno durato 55 giorni.
Rimini, 1 maggio 1968. Giorgio Rosa, ingegnere bolognese, pianta sulla sua isola artificiale una bandiera arancione con 3 rose rosse su sfondo bianco, dichiarando Stato indipendente una piattaforma al largo delle acque territoriali italiane e facendo nascere il mito dell’Isola delle Rose.
Una storia che ha solleticato l’interesse di cronisti e scrittori di mezza Europa e che il 9 dicembre verrà riproposta su Netflix nel film “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” diretto da Sydney Sibilla con Elio Germano nei panni dell’Ingegnere Giorgio Rosa, visionario protagonista della vicenda.
Immagini tratte da cartesiani.it/isola-delle-rose
Tutto quello che c’è da sapere sull’Isola delle Rose
- Nome: Insulo de la Rozoj
- Status politico: Micronazione
- Fondatore: Ingegnere Giorgio Rosa
- Anno di nascita: 1 maggio 1968, la piattaforma viene dichiarata “stato indipendente”
- Anno di morte: 11-13 Febbraio 1969, l’isola viene abbattuta con 2 tonnellate di esplosivo
- Numero di abitanti: 3 abitanti
- Grandezza: 400 mq
- Distanza dalla terraferma: 11.612 km dalla costa di Rimini, 500 mt fuori dalle acque nazionali
- Organi Politici presenti: Presidenza del Consiglio dei Dipartimenti, 5 Dipartimenti (Presidenza, Finanze, Affari Interni, Industria e Commercio, Relazioni).
- Bandiera: di colore arancione con tre rose rosse su uno scudo sannitico bianco
- Moneta: Mills, cambio con la Lira 1:1. Non vennero mai prodotte
- Francobolli: da 30 Mills, ne sono state emesse 5 serie
- Inno Ufficiale: un’aria dell’Olandese volante di Richard Wagner
- Costo dell’affitto: 1.350 mila lire l’anno
- Lingua Parlata: esperanto
- Durata dell’indipendenza: 55 giorni
Immagine tratta dal film “Isola delle Rose”, di Bisulli, Doronzo, Mussilli e Naccari
La storia dell’Isola delle Rose
Il progetto della piattaforma al largo della acque di Rimini nasce come progetto imprenditoriale. Una struttura di 5 piani da organizzare con bar, negozi, attività commerciali e camere d’hotel che fosse un’attrazione turistica per le migliaia di persone che ogni giorno affollavano le spiagge della Riviera Romagnola.
Ma questo che poteva sembrare un semplice progetto imprenditoriale si scontrò con la burocrazia italiana che mal vedeva la creazione di una zona franca al largo della costa e che non riusciva a inquadrare le intenzioni dell’ingegnere.
Così, quando la piattaforma cominciò a prendere forma, la Capitaneria di Porto di Rimini provò a bloccare i lavori perché la costruzione non rispettava i progetti forniti in fase di richiesta di permessi. La replica di Rosa fu repentina: io non devo rispettare nessuna regola perché la mia piattaforma si trova fuori dalle acque territoriali italiane.
La decisione dell’ingegnere di costruire l’isola fuori dalle acque territoriali creò un po’ di sconcerto e mistero, soprattutto perché nulla ancora si sapeva di cosa si sarebbe fatto sopra la piattaforma. Anche allora c’erano i complottisti, qualcuno ha ipotizzato che potesse servire ai russi per metterci sopra dei missili. Altri hanno pensato che potesse diventare una sorta di Las Vegas d’Europa e chi un luogo di perdizione dove proporre spettacoli con donne nude, spogliarelli e prostituzione.
Nel frattempo l’Isola delle Rose si conquista la ribalta della stampa italiana, da Rimini e dalle coste vicine partono imbarcazioni di turisti che vogliono solo andare a largo e guardare da vicino l’Isola delle Rose. Involontariamente la piattaforma diventa attrazione turistica ancor prima di aprire al pubblico… questo non lo aveva messo in conto neanche il nostro visionario ingegnere!
Tutti i giornali italiani si occupano della vicenda. Immagine tratta da “L’Isola delle Rose, la nazione che visse solo 55 giorni” di Giambene
L’indipendenza, l’occupazione e la fine dell’isola delle rose
Il primo maggio del 1968, viene dichiarata l’indipendenza. La micronazione con il nome di Insulo de la Rozoj avrebbe avuto una sua lingua, una sua moneta, i suoi francobolli. Questa è una piccola “dichiarazione di guerra” che spinge la politica italiana a occuparsi della cosa in modo serio. Vengono fatte diverse interrogazioni parlamentari e il 25 Giugno 1968 l’Isola viene occupata militarmente dalle forze dell’ordine italiane.
A bordo resta solo il custode che non può essere toccato perché fuori dalle acque territoriali. L’isola delle Rose viene conosciuta in tutta Europa, i giornali tedeschi prendono a cuore la vicenda e si schierano dalla parte dell’ingegnere e della sua impresa. In quei giorni arrivano lettere di stima, ma soprattutto richieste di cittadinanza e proposte di acquisto per gli spazi presenti sull’isola.
Nonostante tutto dopo dopo mesi di battaglie legali – l’11 e il 13 Febbraio 1969 viene abbattuta con l’utilizzo di 2 tonnellate di esplosivo.
Finisce così un sogno. Le idee di un uomo visionario che si oppose alle regole e alla burocrazia, intenzionato a creare un’isola felice in mezzo al mare…
Dell’Ingegner Rosa si è detto tutto, della sua furbizia di costruire fuori dalle acque territoriali, del suo progetto di fare dell’isola una macchina da soldi e perfino di prendere la parte dei russi nella Guerra Fredda…
Ovviamente non è possibile conoscere le intenzioni dell’Ingegnere Rosa, sta di fatto che questo è stato e rimane un bellissimo sogno di libertà!
La piattaforma viene distrutta nel febbraio del 1969. Immagine tratta da “L’Isola delle Rose, la nazione che visse solo 55 giorni” di Giambene
La cronologia degli eventi dell’isola delle Rose
- 1960 – l’azienda guidata da Rosa e sua moglie presenta alla Capitaneria di Rimini la richiesta per effettuare delle sperimentazioni in mare. I sopralluoghi vengono fatti direttamente da Giorgio Rosa.
- 1964 – comincia la costruzione della piattaforma. Vengono impiegati operai riminesi, mentre il primo traliccio è stato costruito a Pesaro. Ci sono voluti 2 anni solo per gettare le basi e creare gli attracchi della piattaforma.
- 1965 – una mareggiata porta via il primo traliccio posato ma non ancorato e quel poco di piattaforma che era stata già posata.
- 20 Agosto 1967 – l’Isola è pronta per essere aperta al pubblico.
- 1 maggio 1968 – Giorgio Rosa dichiara l’indipendenza dell’isola.
- 25 Giugno 1968 – la piattaforma viene occupata militarmente dalle forze dell’ordine italiane.
- 5 Luglio 1968 – viene fatta la prima interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno per sapere quale fosse l’atteggiamento dello Stato italiano nei confronti della piattaforma.
- 7 Agosto 1968 – il tribunale di Bologna decide per la distruzione della piattaforma.
- 11 e 13 febbraio 1969 – la piattaforma viene abbattuta con 2 tonnellate di esplosivo.
- 26 Febbraio 1969 – una mareggiata fece inabissare quello che restava dell’Isola delle Rose.
Numeri e curiosità sull’Isola delle Rose
- L’indipendenza idrica – l’isola era indipendente dal punto di vista idrico, viene infatti individuata una falda di acqua potabile a 280 mt di profondità.
- Le attività già avviate: al momento dell’occupazione sulla piattaforma erano presenti un bar, un negozio di souvenir, un ufficio postale (il timbro) e una banca.
- Gli abitanti – sull’isola hanno vissuto una coppia di riminesi che ne gestivano il bar e un uomo di Città di Castello che faceva da custode. I tre avevano affittato la piattaforma e avevano il mandato di gestire le attività dell’Isola.
- La mostra a Vancouver – nel 2008 un museo canadese ha realizzato un’installazione in cui l’Isola delle Rose veniva paragonata all’Isola Utopia di Tommaso Moro.
- I resti – nel 2009 sono stati ritrovati resti di muri e della struttura metallica che ha sorretto l’Isola delle Rose.
Dove hanno costruito la piattaforma nel film di Netflix? Il curioso backstage
Le “bufale” del Film di Netflix
- L’età di Giorgio Rosa
Nel film: è un giovane appena uscito dalla facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna.
Nella realtà: un quarantenne con diverse e importanti esperienze di lavoro alle spalle. - La moglie
Nel film: i due non sono ancora sposati. Lei è una ragazza di buona famiglia che non appoggia i progetti dell’Isola delle Rose (almeno in un primo momento) e prova a portare con i piedi per terra l’ingegnere sognatore
Nella realtà: Gabriella Clerici è già moglie dell’Ingegner Rosa nel 1960, quando insieme presentano il progetto alla Capitaneria di Porto di Rimini. Dalle sue dichiarazione emerge che ha appoggiato con entusiasmo – sin da subito – il progetto dell’Isola delle Rose. - Il licenziamento del padre
Nel film: il padre ha un ruolo fondamentale nella vicenda. Appare più volte, lo incita ad andare avanti quando i “poteri forti” gli mettono i bastoni tra le ruote e viene licenziato (ingiustamente) per la cattiva pubblicità che ricade sulle spalle del figlio Giorgio.
Nella realtà: all’epoca dei fatti il padre dell’Ingegner Rosa era già deceduto. - Le feste a bordo
Nel film: vengono organizzate feste con musica da ballo, somministrazione di alcolici come si trattasse di un normale chiringuito in spiaggia. Giorgio Rosa si trasferisce sulla piattaforma insieme ai suoi amici di avventura.
Nella realtà: non vennero mai fatte feste. Nessuno salì mai sulla piattaforma a eccezione del custode Pietro Bernardini, i coniugi Ciavatta e qualche volta l’Ingegner Rosa. - L’amico del cuore
Nel film: è uno dei personaggi di colore del film. Accompagna Giorgio Rosa in tutte le tappe dell’avventura.
Nella realtà: non esiste. - Il ruolo del tedesco Neumann
Nel film: è sua l’idea di trasformare l’Isola in una balera galleggiante. È un tedesco senza passaporto che vive alla giornata, facendo lavoretti nei locali della Riviera.
Nella realtà: ambasciatore tedesco dell’Isola delle Rose, campione di sci nautico. Salito poche volte sull’Isola delle Rose. - La demolizione
Nel film: una scena da Armageddon, con l’Andrea Doria che bombarda la piattaforma e i giovani protagonisti della vicenda che la difendono facendo da scudo umano.
Nella realtà: quando i militari salgono sull’Isola delle Rose trovano il solo custode Bernardini che abbandona la piattaforma prima della distruzione. - Giorgio Rosa al Consiglio d’Europa
Nel film: Giorgio Rosa si avventura – con un’automobile da lui costruita – sino a Bruxelles e sosta per giorni nell’anticamera del Presidente del Consiglio d’Europa prima di essere ricevuto.
Nella realtà: non ci andò mai.
L’Italia degli anni ’60
Siamo nell’Italia del 1968, un paese di forti contraddizioni: da una parte le lotte politiche in piazza e le rivoluzioni degli operai nelle fabbriche; dall’altra la voglia di ripartire, la liberalizzazione dei costumi sessuali, lo spirito imprenditoriale e l’idea che per quella generazione di giovani tutto fosse possibile. Il movimento hippie italiano si afferma con le sue idee pacifiste, la lotta al consumismo, la love generation e i vestiti colorati… il tutto condito da una fondamentale assenza di regole.
In questo clima di fermento, Rimini comincia ad affermarsi in Italia come località turistica ma soprattutto come luogo di possibilità, di divertimento e di un certo liberismo.
Così Giorgio Rosa sceglie Rimini per mettere in piedi il suo progetto. Si tratta della costruzione di una piattaforma al largo della località balneare, piattaforma che in un primo momento doveva essere un’attrazione turistica con bar, uffici e camere d’hotel.
Ma questo non era che l’inizio, presto quel cumulo di piloni e ferro diventeranno un’utopia. L’utopia della libertà, di farsi e costruirsi uno stato proprio dove poter vivere con le proprie leggi e le proprie regole.
Chi era Giorgio Rosa?
Il 19 Dicembre 1950 Giorgio Rosa, 25 anni si laurea in ingegneria all’Università di Bologna.
Dopo aver lavorato un anno alla Ducati, apre il suo studio e comincia a collaborare con il Tribunale di Bologna come Perito oltre a svolgere la sua normale attività di ingegnere presso i cantieri della città.
Chi lo ha conosciuto in questa fase della sua carriera – soprattutto chi lo ha incontrato in Tribunale – ne parla come di un professionista scrupoloso, sull’orlo del maniacale… sicuramente un osso duro!
Intorno alla metà degli anni ’50 comincia a insegnare presso un Istituto Tecnico, nel frattempo (1960) si sposa con Gabriella Clerici con la quale condivide anche il progetto dell’Isola delle Rose. Insieme fondano la Spic (Società Per Iniezione Cemento), la società che presenterà il progetto embrionale della piattaforma al largo dell’Adriatico, sottoforma di richiesta “di effettuare delle sperimentazioni in mare”.
Ma Giorgio Rosa è altro. Oltre alla sua biografia ci viene narrato di un uomo pacato ma visionario allo stesso tempo. Caparbio e fermo nelle intenzioni. Instancabile lavoratore, sempre presente sul suo cantiere galleggiante. Un uomo che quando gli viene detto di stare alle regola s’inventa la sua indipendenza e si mette contro lo stato Italiano. Il resto ha fatto storia.